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L’IMPORTANZA DEL QUI ED ORA DURANTE L’ISOLAMENTO


Intervista a Sonia Dionisi di Azzurra Lochi di ProPositivo,

Curatela Articolo di Sonia Dionisi , Azzurra Lochi, Flavia Margaritelli


A seguito di un piccolo sondaggio effettuato dall’Associazione ProPositivo sullo stato emotivo durante il lockdown prima dell'Estate, la Dott.ssa Sonia Dionisi ha espresso il proprio parere intorno ai temi della resilienza, scoprendo l’attività risorsa del Mandala delle Stagioni anche alla luce di una ripresa di innalzamento dei dati sul covid che ci coglie, ancora tutti, in piena pandemia.

Le sono state rivolte alcune domande.

Prima della pandemia, l'Oms prevedeva che la depressione sarebbe presto divenuta la prima causa di allontanamento dal lavoro, cosa pensa che accadrà nei prossimi anni? Cosa possono fare governo e società civile per reagire al meglio sul fronte psicologico?

Ritengo che ci sia già una nuova allerta legata alla salute mentale per quanto riguarda questo periodo. Io sono nell’attesa di vedere come l’essere umano reagirà in modo virtuoso a tale pandemia, la fiducia e la comprensione sono caratteristiche fondamentali del mio lavoro.

Il governo e la società civile, per reagire al meglio sul fronte psicologico, dovrebbero dare un’identità, un posto ai mestieri della psicologia dell’individuo.

Abbiamo tante associazioni e tanti organismi che possono creare progetti e applicare concretamente importanti studi, sarebbe bene che ci fossero le risorse economiche per un lavoro di fondo, costante e metodico.

C’é bisogno di un accompagnamento continuo su temi importanti come per esempio quello della resilienza individuale e sociale, che da alcuni anni ci vede protagonisti con l’associazione Osservatorio Salute Sicurezza di Roma e la Presidente Dr.ssa Flavia M. Margaritelli, in una divulgazione ed una applicazione su diversi settori di attività primo tra tutti quello della violenza.

Il sondaggio effettuato dall’Associazione ProPositivo durante il lockdown ha rilevato come la maggior parte delle persone abbiano vissuto uno stato di dispersione emotiva, come è possibile riflettere su questa situazione alla luce delle indicazioni che attualmente potrebbero essere disposte?

La domanda posta dal sondaggio prima dell’estate: “Qual è stata per te l’emozione predominante in questa quarantena?” suggeriva le seguenti opzioni:


TRISTEZZA- per la situazione di emergenza, per la lotta disperata contro un nemico invisibile, per la mancanza dei miei affetti e del loro contatto.

GIOIA -per la natura che torna a respirare, per aver avuto il tempo di riflettere, per la speranza che tutto questo ci porterà ad essere migliori.

DISGUSTO - per il degrado ambientale, sanitario e sociale, per gli approfittatori che speculano sulla crisi.

PAURA -per il futuro, per l’umanità, per il pianeta, per il paese, per la mia salute e per quella dei miei cari. Paura che nulla sarà bello come prima.

RABBIA - con chi ci ha ridotto in questo stato, per tutto ciò che poteva essere e non è stato, per tutto ciò che avresti potuto fare e non hai fatto.

DISPERSIONE-per il sovraccarico, per l’indifferenza, perché vorrei saperlo dire, ma ora non riesco.

La dispersione é stata la risposta scelta da una percentuale maggiore di persone, circa il 42% del campione.

Come possiamo vedere la parola dispersione è stata unita a concetti come: sovraccarico, indifferenza, confusione, impossibilità o incapacità di saper esprimere il proprio stato d’animo nel periodo esaminato, o almeno il più provato.

La psicologia é una disciplina appassionante e sempre nuova perché cambia da individuo a individuo, cercherò di fare delle considerazioni che commentino una parte dei dati raccolti tenendo comunque conto delle variabili date dell’unicità di ognuno.

Un’ipotesi su questo dato raccolto potrebbe essere quella di una presa di coscienza di quanto, in un tale momento storico, ci si sia sentiti impotenti e in balia di una forza più grande di noi.

La dispersione emotiva può confondere le idee quando il mondo esterno ci spaventa di più di quanto ci si attenda.

Rendersi conto di questa impossibilità di decisione come adulti per progettare la nostra esistenza ci fa reagire in modo quasi automatico e la dispersione emotiva si può leggere come un’ «apatia», incapacità a sentire.

Considerato che questa situazione non si è mai vissuta prima, non si ha nemmeno un’emozione per rappresentarla, non c’é reazione conosciuta già catalogata o una memoria emotiva. Non é angoscia o depressione, é altro, che potrà lasciare spazio a nuovi stati emotivi che pian piano potranno essere tradotti con parole e concetti nuovi per rappresentare questa particolare condizione emotiva.

Lasciare uno spazio creativo, tra ciò che si conosce e ciò che si deve ancora realizzare, anche in psicologia, é qualcosa di straordinario e permette di fare nuovi passi verso una più profonda conoscenza di sé.

Come può essere trasformato in modo positivo uno stato di dispersione e confusione?

Credo che la trasformazione in positivo di questi stati di dispersione sia possibile concentrandosi sulla problematica che c'è sotto.

Ogni stato emotivo, dalla rabbia alla tristezza, proviene da una problematica, per esempio: un bambino è triste perché i genitori non giocano con lui, il problema non è la tristezza (sintomo) ma la causa (il non giocare) o meglio la problematica del sentirsi abbandonato. Pertanto sarà più facile far capire ai genitori il sentimento di abbandono espresso attraverso la tristezza, e trovare una soluzione.

Per cui, nel nostro caso specifico, per trasformare in positivo la dispersione ci si deve interrogare fino in fondo su cosa nasconde, cosa ci mette in questa confusione? Il futuro? L’impossibilità di gestione del nostro progetto di vita? Le regole che non sono definite? L’insicurezza economica? ecc.

Probabilmente, durante il lockdown, la dispersione emotiva ha parlato di tutte le emozioni evocate nel sondaggio, tutte insieme e in modo confuso. Pertanto è stato più facile lasciarle impacchettate in una “dispersione” piuttosto che dividerle e trattare singolarmente la problematica sottostante che ogni volta risveglia specifiche emozioni.

Trovare la causa della dispersione potrebbe permettere di poter concretamente analizzare il problema, vivere nel qui e ora e trovare la nostra attività-risorsa potrà in modo pragmatico farci capire cosa fare per noi e la nostra famiglia.

Cosa può fare ognuno di noi per vivere al meglio questa situazione, e come possiamo aiutarci a vicenda? Ci sono delle azioni pratiche, degli esercizi che possono essere fatti?

La dispersione emotiva può nascere per esempio dall’incapacità a programmare il futuro, in un presente che ci ha già portato a vivere nove settimane di confinamento, dobbiamo concentrarci in modo intelligente e flessibile, giorno dopo giorno, sulla pianificazione del quotidiano: la sola cosa che ci possa ancora appartenere.

In questo modo sarà più facile vivere in modo consapevole, in piena coscienza del qui e ora.

Ognuno di noi in questo tempo ha già trovato una soluzione auto-equilibrante ed auto-conservativa, perché l’essere umano è straordinario e può mettere in piedi modelli auto-correttivi per accordarsi al contesto di riferimento.

L'autocritica e la capacità di rimettere in discussione I nostri comportamenti per trovare nuove aree di miglioramento ci permetterà di avere un comportamento più adeguato alla nostra nuova realtà.

Lo stare vicini tra amici e parenti, autorizzarsi ad esprimere i sentimenti, senza aver paura di andare verso l'altro, ci permetterà di ritrovare il senso delle emozioni.

Viste le distanze sociali obbligatorie, sentirsi al telefono ci ha portato a riscoprire l’importanza della voce, rinnovato simbolo di calore e comunione.

In questa ricerca di vita e programmazione quotidiana, per opporsi in modo conscio alla forza centrifuga della quarantena che ha avuto la responsabilità di disperdere l’emozione, assumono nuova importanza l’introspezione e la necessità di un recupero di energia emotiva.

Praticamente direi che tutte le attività che possono ri-centrare la persona e ri-concentrare la propria forza emotiva possono essere recuperate quasi come una “medicina”.

Ognuno di noi ha la sua propria attività risorsa: dal giardinaggio al sudoku, dalle parole crociate alle letture, a questa personale scelta di attività centripeta posso aggiungere la pratica dello yoga, il disegno, la meditazione, la scrittura e il mandala.

In un periodo di semilibertà, dove sono ancora tanti i soggetti che non possono uscire o che decidono di attuare tutte le precauzioni necessarie per non avere problemi di salute, sarebbe interessante proporre l’attività risorsa dei mandala.

Mi preme dire come questo strumento da alcuni anni è oggetto del mio interesse e studio.

Grazie alla collaborazione con un’artista, Stephanie Hamel Grain, ho potuto sviluppare uno strumento specifico che unisce al mandala la forza del ciclo di vita delle stagioni.

Infatti il mandala delle stagioni, si chiama così, é composto da quattro diagrammi che rappresentano ognuno una stagione: Inverno, primavera, estate e autunno.

Il ciclo delle stagioni permette di declinare la problematica che si intende analizzare, in seduta o in un laboratorio, e può’ aiutare ad esprimere con colori e forme aspetti più profondi della propria personalità.

Questo tempo di ripresa potrebbe essere una buona occasione per mettersi in ascolto delle dinamiche che la quarantena ha messo in movimento.

Per poterlo fare, una volta stabilito un contatto tramite mail e telefono e inviato il materiale necessario, bisognerà seguire questi semplici passaggi:

stampare i quattro diagrammi, pensare alla problematica che si vuole trattare, scegliere istintivamente uno dei mandala, farsi “chiamare” dai singoli colori, colorare il mandala delle stagioni scelto e compilare la scheda. L’attività termina con un momento di feedback, una guida alla lettura del mandala in cui l’incontro tra problematica, stagione e colori scelti offrono un rimando creativo all’unicità di ognuno.

Trovare anche durante un periodo di maggiore isolamento trenta minuti al giorno per continuare questa carezza emotiva ci permetterà di rinforzarci e di ripartire su nuove basi.

Sonia Dionisi è psicologa clinica e psicoterapeuta in approccio sistemico.

Si è formata al mandala terapia grazie a Gabriella Costa. Nel 2015 ha studiato e sviluppato lo strumento "il mandala delle stagioni", per rendere esplicito e cosciente il funzionamento della persona rispetto a una problematica.

Da diversi anni propone una formazione del suo metodo che può essere utilizzato dell'accompagnamento dei pazienti.

Psicologa – Psicoterapeuta

Osservatorio Salute e Sicurezza sviluppa progetti e servizi orientati al rispetto della persona, gruppi, collettività.

E’possibile contattare l’Associazione e richiedere informazioni per attivare consulenze sui servizi Psicologici o Formativi.


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Fonti articolo:

Si ringrazia la dott.ssa Azzurra Lochi per la conduzione e collaborazione effettuata durante l’Intervista.

Riferimento Associazione ProPositivo https://www.propositivo.eu/

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